La casa editrice Astarte nella collana Manifesta pubblica “Uomini Nuovi“ di Marta Tarantino, autrice premiata con il DivinaMente Donna 2025 per la saggistica; si tratta di uno dei primi testi in italiano sul tema della mascolinità nel mondo arabo.
Marta Tarantino, brillante dottore di ricerca dell’Università di Napoli l’Orientale, e componente al CeSMI, Centro Studi sul Mondo islamico dell’Orientale, oltre che Senior Researcher per il Renaissance Strategic Center di Amman, è una studiosa che si occupa di temi di interesse rilevante nell’area del Medio Oriente e Nord Africa, dai movimenti sociali alla parità di genere ai diritti LGBTQIA+ e proprio alle nuove mascolinità.
In un mio commento circa la possibilità di pensare e rappresentare una Dea Madre nell'area del Vicino e Medio Oriente, osservavo che l’ultima delle religioni monoteistiche, l’Islam, aveva chiuso definitivamente e senza appello nella penisola arabica e nelle terre di espansione dell’Islam, la possibilità di avere traccia di una Antica Madre/Dea Madre in nome di una raggiunta egemonia dell'unico Dio, senza ombra di dubbio, un Dio Padre. Una cultura così pervicacemente connotata dal modello patriarcale, quando affronta in maniera convinta il tema della de/costruzione dei ruoli di genere all’interno della famiglia e dei modelli di riferimento della tradizione, merita senza dubbio ogni attenzione.
Il libro affronta la questione con un rigore metodologico e un percorso specifico. Si inizia con l’analisi degli studi di genere e mascolinità, dai Critical Studies on Men and Masculinities, riflettendo sul passaggio dal modello egemonico nella cultura arabo-islamica, al considerare le mascolinità positive. Il testo approfondisce l’aspetto principale della relazione tra i ruoli di genere e il modello patriarcale. La prospettiva storica, e in particolare le vicende legate alle rivolte arabe dal 2011 permettono poi la riflessione sul nodo cardine delle relazioni di genere e la consecutiva svolta verso una parità e una definizione nuova della mascolinità anti-patriarcale: L'area di interesse specifico, indicata per brevità come MENA preferita per riconoscibilità all' acronimo di uso post coloniale SWANA, mostra anche come occorra scardinare una prospettiva convenzionale che attribuisce alla mascolinità frustrata e umiliata di giovani uomini, la risposta radicale e machista della violenza dei ragazzi e uomini arabi militanti e attivisti dei movimenti di rivolta e protesta delle rivoluzioni "delle primavere arabe" fino ai nostri giorni.
Il saggio si conclude illustrando tre momenti esemplificativi di mascolinità positive nel mondo arabo:
a) HeforShe in Giordania con Leith Abu Taleb noto giovane genetista e attivista giordano che dall’iniziativa ONU con Emma Watson ha fatto crescere un movimento di consapevolezza in tutto il regno, cosa tra l’altro non facile considerando le difficoltà oggettive di un paese stretto tra controllo politico e retaggi ancestrali nelle zone rurali del paese;
b) la decostruzione Machi Rojola con l’intuizione di usare un podcast ad alta diffusione, il cui nome derivato dal dialetto marocchino significa “non mascolino” espressione usata in Marocco per burlarsi di chi non rientra nello stereotipo di genere patriarcale;
c) il racconto del Beirut Pride tra resistenza queer e spazio pubblico in Libano attraverso l’attivismo di Hadi Damien, contro ogni retorica moralista che diviene sempre più evidente nel paese, sia nella classe politica sia nelle organizzazioni religiose. A Oriente di Marocco Giordania e libano, il Qatar nel 2023 vietò i famosi gadget di plastica arcobaleno, venduti sulle bancarelle di mezzo mondo, gioia di bambine e bambini, che furono sequestrati e banditi dal Ministero del Commercio, finiti nel mirino perché realizzati con i colori simbolo, nell'immaginario collettivo, della comunità LGBTQ+, contrari alla morale tradizionale islamica, segno che non tutti i giochi sono per tutti.
Riflettere e informare di come e quanto altre giovani società arabe stiano trasformandosi, sono un’azione di ricerca accademica scientifica rigorosa e incoraggiante, perché il mondo può cambiare e rispondere alle sfide delle società in trasformazione, oltre gli eurocentrismi e leadership culturali appannate e obsolete, ricordando che a ogni latitudine più diritti, più inclusione, più accettazione e più diversità rendono migliori, formano uomini e donne nuove, oltre stereotipi e retaggi culturali. Sapere che una delle avanguardie è nel mondo arabo ci regala una piccola luce verso il mondo di domani.
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