Quando il movimento ambientalista con "think global and act local" poneva in termini inequivocabili la relazione tra sviluppo nazionale e internazionale e le dinamiche locali, si andava a definire un dualismo dinamico capace di produrre innovazione sviluppo e cambiamento, qualora la relazione fra le due azioni fosse interpretata e sviluppata in modo corretto.

 


Nella realtà attuale occorre far funzionare questo assunto in un contesto mediterraneo che comprenda la stretta relazione tra entrambe le sponde e non solo per meri questioni di equilibri strategici tra Europa e Nord Africa.
Centrale nella questione “mediterranea” ossia nell’aspetto globale è il ruolo dello sviluppo tecnologico e del rapporto con la popolazione locale. Immaginare i contorni di una futura
società euro-mediterranea dell'informazione, all'interno della quale la città di Napoli possa rappresentare un ponte tra l'Europa e il Nord-Africa, e possa rappresentare un laboratorio di esperienze di inclusione sociale attraverso la sperimentazione dell'utilizzo delle TIC con attività mirate rivolte alle "fasce deboli” è una proposta di lavoro significativa.. Altro aspetto da tenere presente è la scelta di mettere Napoli al centro delle politiche economiche nel Mediterraneo. La città così si propone anche come luogo di propulsione per la diffusione e l’utilizzo delle nuova approcci alle tecnologie, da una sponda all’altra del Mediterraneo, con la precisa cura di sviluppare una politica comune nell’innovazione tecnologica, corrispondente alle esigenze specifiche del bacino stesso.

 


Nella nuova organizzazione e strutturazione delle società che produce sempre nuovi e diversi gruppi di aggregazione , che difficilmente si possono ricondurre alle categorie riconosciute,
una delle maggiori evidenze del bacino mediterraneo sta nel fatto che, se da una parte esistono l’ “Ariana Valley ” tunisina e gli esempi campani di bacini di eccellenza e alta scolarizzazione, preziosa fonte per la realizzazione del terziario avanzato, altrettanto vero é che una grossa fetta della popolazione locale non ha ancora la possibilità di utilizzare gli strumenti e i mezzi messi a disposizione delle nuove tecnologie, ponendo l’attenzione sullo sviluppo delle comunità locali.

 


Si tratta cioè in tema di democrazia di dare voce a interi blocchi e gruppi sociali per presentare le proprie istanze e di definire attraverso quali mezzi e strumenti accedere all’informazione, alla formazione e allo sviluppo locale , che non può che essere favorito perché se le reti fino ad oggi, hanno conosciuto una crescita senza precedenti rispetto ad altri mezzi di comunicazione e sono andate ad innestarsi in quasi ogni ambito delle attività umane, oltrepassando il "senso del luogo" e promette di connettere ogni area del globo, di annullare ogni distanza all’interno dell’immaterialità telematica. egualmente lo sviluppo della rete non ha condotto ad un affrancamento dal territorio circostante, e le nuove tecnologie hanno rappresentato spesso uno strumento per aggregare interessi ed energie su base locale e per liberare le potenzialità di comunità e individui. 

 


Le nuove tecnologie possono essere utilizzate come strumento per l’inclusione sociale e hanno dimostrato di poterlo essere, ma a condizione di avvicinarle il più possibile a quelli che sono i bisogni e gli scopi individuati in ciascun contesto locale, e davvero nell’ultimo esempio il contesto locale è minimo; infatti, una delle risorse più interessanti sono i laboratori di quartiere. Gli spazi, cioè, in cui le tecnologie vengono messe a disposizione di comunità strutturate e utilizzate non soltanto per formare queste persone all’utilizzo dei nuovi strumenti informatici per accedere al mondo del lavoro, ma anche come materiale per vivere ciò che succede all’interno della propria comunità, pubblicizzarlo attraverso la tecnologia, come i siti internet, i portali dedicati, l’utilizzo del software libero, e quindi creare un ulteriore contatto virtuale in questo caso, tra il territorio, le nuove tecnologie e chi fruisce delle stesse, esperienze nel Maghreb come nella nostra regione non mancano.

 

Giuliana Cacciapuoti Arabista/consulente regione Campania

 

(Foto di Monica Memoli)

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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