Per la copertina del mio ebook "Donne Musulmane: un ritratto di stereotipi e luoghi comuni" ho voluto che la tradizione artistica visuale araba dialogasse con i temi del libro in modo profondo e simbolico.
Insieme a Sokan Communication, che ha curato il design e l’impaginazione abbiamo scelto uno degli stili più antichi e solenni: il Kufico.
Il Kufico prende il nome dalla città irachena di Kūfa dove, secondo la tradizione, sarebbe nata la prima elaborazione della scrittura araba, anche se i ritrovamenti più antichi sembrano indicare un’origine differente che spazia tra il deserto siriano, le culture nabatee e la penisola dell'Hijaz. È uno stile che si distingue per la sua struttura regolare, squadrata e geometrica, adatta anche all'uso monumentale.
La scrittura araba, anche per ovviare alla difficoltà se non al divieto di riprodurre immagini viventi, assume anche una valenza decorativa. Frasi e citazioni in kufico sono incise su pietra, dipinte su ceramica, scolpite in legno, espressione di bellezza e pregnanza di significati. In particolare, si parla di “Kufico quadrato” e “Kufico fiorito” quando compare in contesti epigrafici o ornamentali, al posto di rappresentazioni figurative, secondo la tendenza aniconica dell’arte islamica.
Tra le molte forme di arte calligrafica araba e islamica, che trasformano le parole in elementi decorativi seguendo questo principio, abbiamo scelto proprio il Kufico per costruire il motivo geometrico che incornicia la griglia centrale della copertina: una ripetizione stilizzata della parola "an-nisā’ī" – le donne, al plurale – ridisegnata secondo le regole rigorose di questo stile. Un' ornamentazione che è anche affermazione.
Al centro, invece, abbiamo inserito una decorazione assertiva di una mashrabiyya (مشربية), la tradizionale griglia in legno o metallo usata nell’architettura araba per favorire la ventilazione naturale, ma anche un artificio o dispositivo visivo, uno schermo dietro cui le donne potevano osservare senza essere viste. Nel mio progetto visivo questo dispositivo cambia prospettiva: le donne non si nascondono più. Ora sono loro a circondare il paravento. Sono loro a rendersi visibili, presenti, protagoniste nello spazio pubblico che occupano con il loro nome. È stato un lavoro di cooperazione, confronto e grande cura. Un modo per unire parola e forma, ricerca storica e sguardo contemporaneo, tradizione e voce femminile.
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