L’Alcázar, il nome deriva dall' arabo al-qaṣr (القصر), che significa "palazzo" o "fortezza" sul conio latino di "castrum", con le sue arcate intrecciate e i suoi giardini silenziosi, è un capolavoro architettonico della città di Siviglia.
Testimonia, come tutta l'Andalusia, il dialogo, la tensione e la fusione tra popoli e religioni diverse nel corso dei secoli.
Costruito originariamente nel X secolo sotto il califfato di Cordoba, le successive modifiche e integrazioni mostrano il mutamento nei secoli delle vicende storiche e culturali di al-Andalus,/Andalusia la regione meridionale dell'attuale Spagna, durante le epoche romane e visigote, moresche, cristiane e infine le influenze rinascimentali. Uno spazio in cui lo stile mudéjar si intreccia con elementi visigoti, gotici, barocchi e neoclassici, rendendo visibile la stratificazione culturale che definisce l’identità andalusa.
La splendida architettura, i mirabili arazzi, le decorazioni murarie con tutti gli stili visibili, sfilano davanti agli occhi di chi visita i cortili e le sale del grande complesso, oggi palazzo reale storico e patrimonio dell'Unesco. Incantano per la bellezza e la ricchezza dei decori, colmi di pietre semipreziose, marmi e lamine d'oro.
I giardini, sono elementi integranti l'architettura del palazzo, autentici archivi vegetali di epoche diverse. Il Giardino della Croce, il Giardino Moresco, il Giardino dei Poeti: ciascuno racconta il proprio tempo attraverso geometrie, profumi e simbolismi. Oltre 170 varietà botaniche si distribuiscono su 60.000 metri quadrati di spazi verdi, arricchiti da laghetti, sculture, piastrelle variopinte, canali e fontane. La Fontana di Nettuno nel Giardino delle Dame e la suggestiva Galleria del Grottesco, sono tra le più ammirate.
I pavoni hanno dimora nei giardini adiacenti al palazzo, e tutta la vita animale e vegetale che qui si incontra, rende l'Alcazar un microcosmo, un laboratorio visivo di convivenze possibili, di eredità condivise, di tensioni e meraviglie. Un viaggio nel passato, nel contemporaneo e nel futuro per verificare quanto mescolanza, contaminazione e sincretismo siano la cifra distintiva del bacino del Mediterraneo.
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