La moschea del Profeta (in arabo المسجد النبوي‎, al-Masjid al-Nabawi) è la seconda moschea più sacra dell’Islam e si trova a Medina in Arabia Saudita. 

Sorge nel luogo in cui come vuole la tradizione, a partire dal 622, Muhammad fece costruire uno spazio per la preghiera accanto alla sua abitazione nella città che lo accolse dopo l'égira, dando inizio così storicamente all'Islam.

L’elemento architettonico più significativo della moschea del Profeta è la Cupola Verde, forse risalente al XII secolo, che si eleva al centro dell’edificio sopra le tombe del Profeta e dei primi suoi due successori Abu Bakr e Omar (in arabo califfi). I racconti orali descrivono in origine una sala senza una copertura vera e propria, foglie di palma principalmente; la sala di preghiera (musalla) delimitata da tronchi di palma e mura di fango; essa però costituì il prototipo per ogni futura moschea edificata nell'Islam, ideata proprio dall'inviato di Dio.

Centro di ritrovo per la neonata comunità musulmana conteneva in nuce molti elementi importanti dal minbar, la cattedra sorta di pulpito da cui si tiene il discorso alla comunità riunita il venerdì, giorno di festa musulmano, porte di accesso, la porta della Misericordia (Bāb al-Raḥma) a sud, la porta di Gabriele (Bāb Jibrīl) a ovest e la porta delle Donne (Bāb al-Nisāʾ) a est e la piattaforma leggermente rialzata, riservata allo studio del Corano. La moschea era inizialmente orientata verso Gerusalemme poi quando la qibla, la direzione della preghiera, fu cambiata dallo stesso Muhammad, verso la Kaʿba di Mecca, fu opportunamente riorientata verso sud. La moschea ha subito numerosi cambiamenti a partire dall'ampliamento dovuto al numero crescente di persone che la frequentavano già pochi anni dopo la morte del Profeta.

Il perimetro della moschea odierna è cento volte maggiore della prima moschea fatta costruire da Muhammad e può accogliere oltre mezzo milione di devoti. Oggi ha una pianta rettangolare distribuita su due piani, e registra gli interventi architettonici delle diverse dinastie che la rimaneggiarono. La musalla ottomana si allunga verso il sud e l'impianto generale presenta un piano sormontato da ventiquattro cupolette a base quadrata e alla base di ciascuna di esse si aprono finestre che permettono l’ingresso della luce, illuminando l'interno. Meta obbligata nel mese di Dhu l-Hijja, mese del pellegrinaggio rituale, questo piano che si raggiunge con scale e ascensori, viene utilizzato per la preghiera nei periodi di maggiore affluenza, quando anche il cortile ottomano viene coperto con speciali tendaggi fissati alle colonne, mantenendo libero lo spazio del pavimento e anche l’area pavimentata che circonda la moschea viene adibita alla preghiera ed è dotata di tendaggi che, quando necessario, garantiscono ombreggiatura.La Moschea del Profeta moderna si distingue facilmente dal nucleo antico, l'ampliamento moderno si presenta in scintillante marmo bianco ed è interamente climatizzato. La facciata settentrionale ha tre ampi portici di dimensioni identiche, mentre le facciate orientale, occidentale e meridionale ne hanno due.

I muri ospitano una serie di finestrature sovrastate da archi a sesto acuto, con conci rastremati bianchi e neri. Vi sono sei minareti perimetrali annessi alla nuova estensione della moschea, e quattro altri che fanno parte della struttura di età ottomana. Tutti hanno un'altezza superiore ai cento metri, con un massimo di centocinque metri. La moschea è decorata da marmi e intarsi policromi. Le colonne sono di marmo bianco con capitelli di ottone che sostengono sottili archi a sesto acuto, per i quali sono stati utilizzati marmi e pietre di color nero e bianco. La base delle colonne ha una griglia di ventilazione che consente di regolare la temperatura all'interno della sala di preghiera.

Il cuore della moschea, noto come al-Rawda al-Nabawiyya (“il giardino del Profeta”), ossia la prima moschea originaria dalle vivaci decorazioni e una fitta serie di piccoli pilastri, si trova tra la tomba di Muhammad e il primo minbar fatto con il legno del bosco di tamerici della vicina località di Ghāba. L’accesso a questo spazio storico, uno dei più sacri dell'Islam e considerato luogo di benedizione suprema, è limitato, soprattutto durante il mese dello Hajj, poiché le sue dimensioni ridotte permettono ingressi contingentati.

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Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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