Asma al Ghoul è una giornalista e scrittrice palestinese. Oggi vive all’estero, ma è nata nel 1982 a Rafah, dove risiede ancora la sua famiglia; come ha raccontato in un articolo recente anche i suoi cari soffrono per la fame e gli stenti come tutta la popolazione nella Striscia.
La decisone di presentare il suo profilo scegliendolo tra quelli delle numerose giornaliste e altrettanti giornalisti palestinesi, è motivata dal fatto che Asma al Ghoul, giornalista e femminista, ha sempre denunciato la corruzione di Fatah, il terrorismo di Hamas, le violazioni dei diritti umani nella Striscia e la repressione delle istanze femminili di indipendenza e libertà, sanzionate dalle autorità locali a cominciare dai comportamenti fino all’abbigliamento e al rifiuto del velo. Nel 2016 il “memoir” - L'insoumise de Gaza' co-autore è Selim Nassib, le ha dato fama internazionale.
"La ribelle di Gaza", pubblicato in Italia da edizioni e/o è la storia di una giovane donna femminista, che cresce confrontandosi con la cultura islamica tradizionalista e oppressiva, anche all’interno della sua famiglia, in un paese in guerra; il desiderio di vita e di futuro si esplicitano per lei nella scrittura. È importante il suo sguardo divergente e critico, che a distanza di quasi dieci anni dal racconto della rivolta personale all’interno del suo mondo palestinese, orienta le sue opinioni da giornalista e cronista della odierna catastrofe umanitaria, davanti gli occhi del mondo.
I suoi articoli non assolvono, le sue cronache richiamano alle coscienze europee le sofferenze di Gaza. I suoi interventi toccano temi scomodi. Colpiscono alcuni articoli: al-Ghoul scrive per la pagina Palestine Pulse di al-Monitor (leggi qui), ed è tradotta sul sito tedesco qantara.de (leggi qui).L’empatia e la partecipazione stanno nella capacità di immaginare e immedesimarsi realmente con chi soffre, perché questi sentimenti innescano il desiderio di cambiamento e di opposizione; il suo lavoro di giornalista è analizzare la realtà dei fatti e innescare questo cambiamento, le sue sono parole per cambiare.
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