Le scelte future per la nostra regione debbono inevitabilmente confrontarsi con la collocazione geografica della Campania e con le differenti ipotesi di sviluppo che interagiscono con le nostre scelte politiche innovative locali nel bacino del Mediterraneo.
Accadimenti politici e i forti cambiamenti legislativi e sociali in alcune nazioni del Magreb, tra tutte Algeria e Marocco

 


 il significativo riaffacciarsi del Libano verso una vocazione europea, l’ingresso della “laica” repubblica turca nell’Unione europea, nonché le più distanti ma certo incombenti vicende mediorientali dalla guerra irachena al conflitto isreaelo-palestinese sono questioni centrali a seconda la loro conclusione in senso positivo o negativo, e che in ogni si ripercuoteranno sulle aree meridionali nostre , oggi indicano in ogni caso un chiaro invertire la rotta rispetto al percorso che vedeva la società meridionale e mediterranea fuori inesorabilmente dai luoghi dei processi innovativi del futuro.

 


Maggiore democrazia, maggiore dibattito e conseguente libertà di confronto, ricerca e sviluppo nelle società mediterranee, il confronto competitivo con le scelte avanzate delle regioni catalane e francesi, modelli da seguire, ribalterebbero la previsione di unici centri di propulsione mondiale, incentrati su una inarrestabile avanzata indiana e cinese, collocata nelle aree asiatiche, contraltare di un acquisito declino euro-mediterraneo e dei paesi arabi mediorientali.
La ritrovata possibilità, non solo apparente , la voglia di affermazione di gruppi sociali nuovi, gli atti legislativi per rimettere in corsa la società locale, le stesse riforme del diritto di famiglia in Algeria, la recente promulgazione della Mudawama ( diritto familiare) marocchina, e soprattutto il nuovo diritto del Lavoro introdotto nel regno marocchino che nel 2003 ha visto crescere il suo P.I.L. del + 5,5% sono segnali non solo di una ritrovata possibilità di presenza e influenza nelle scelte di questi paesi con la partecipazione di professionalità e soggetti finora elusi o imbrigliati, sono anche, e finalmente,l’atteso momento che un mondo scientifico e intellettuale , stretto tra lotte terroriste e islamiste , e una rinascita dello spirito di ricerca e sviluppo di pensiero della “scienza islamica”.

 


Ancor più questa relazione diviene interessante e positiva, in termini di investimento e crescita delle comunità intellettuali e scientifiche, con ricadute positive per l’investimento e crescita delle risorse locali, anche con caratteri profondamente adatti ai contesti culturali e sociali in cui si sviluppano, liberando le potenzialità locali, se questa si fonda su modelli di collaborazione e scambio come nel caso della collaborazione tra Regione, città della Scienza e università al-Quds.
L’ampio giacimento di formazione ricerca che attende di sprigionarsi sulle altre sponde mediterranee, che si nutre degli apporti dell’esperienze della ricerca e delle ricerca e delle applicazioni positive insite nel sostrato e nella tradizione della scienza nel mondo musulmano, potrebbe anche con risvolti pratici, arginare una eguale fuga di intelligenze da queste terre travagliate, e trovare in un centro meridionale e mediterraneo, un corrispettivo dell’Istituto di scienze di Trieste, luogo di promozione delle culture e della ricerca mediterranea.
Naturalmente il Mediterraneo, non estende la sua influenza solo nell’area mediorientale, e l’allargamento dell’Europa a est riconduce a una sua centralità anche le coste adriatiche e la relazione di queste con il cuore produttivo della mitteleuropea, pur mantenendo per molte aree slave

 


una eguale abitudine del pensiero e dell’ innovazione legate allo sviluppo contemporaneo di di indirizzo scientifico non solo europeo.
Se oggi la prospettiva è che le nuove conoscenze sono opportunità, non pericolo o fonte di disuguaglianze, se esse sono decisive negli equilibri culturali sociali ed economici occorre governare con la politica questi processi. E’ compito del politico, lo indicava con chiarezza PGreco sulle pagine dell’Unità, “governare la società nell’era della riproducibilità tecnica dell’uomo, della società multietnica e multiculturale, della ricicomposizione degli equilibri tecnoscientifici planetari: Acquisire coscienza che il problema esiste” e “soprattutto” in Italia è chiaro a pochi.

 


E’ possibile renderlo chiaro allora nella nostra regione, con l’intento di permettere ai nostri “luoghi”, dai centri di formazione alle università ma anche all’evocata Bagnoli polo tecnologico e multimediale, centro di riferimento per il “nostro” Mediterraneo per promuovere sviluppo e lavoro qualificante, oltre che qualificato.

 

(Foto di Monica Memoli)

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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